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DA BILL 04: LE HAVAIANAS DI MARCELO SERPA
Francesco Taddeucci

“Se spendi 20 euro per delle infradito la colpa è sua” dice l’articolo di Francesco Taddeucci. E noi siamo d’accordo. Un grande rilancio del brand, uno dei più grandi creativi brasiliani. Bill ve lo racconta: un po’ qui, il resto su Bill 04.

In tutte le spiagge del mondo, ogni giorno, migliaia di persone si guardano i piedi o guardano quelli di uno sconosciuto che incrociano sul lungomare, e riconoscono qualcosa di familiare. Qualcosa che definire scarpa, o sandalo, o peggio ancora ciabatta sarebbe riduttivo. Qualcosa che un tempo era contraddistinta da una piccola bandierina del Brasile, e oggi porta tutta la scritta per intero, orgogliosamente: Hawaianas. Le infradito di gomma più famose del mondo devono quasi tutto a lui: Marcelo Serpa. Il quale a sua o volta deve molto a queste riproduzioni in gomma delle antiche ciabattine giapponesi, famose già molto prima di Serpa, ma solo in Brasile, e poi decadute e quasi dimenticate a metà degli anni ’80. Senza di lui le Hawaianas sarebbero forse rimaste delle ottime calzature di gomma locali, mentre oggi sono dei veri e propri Lovemark. E si fanno pagare per questo.

Esistono ancora dei vecchi spot su toutube (cercate quelli con Chico Anysio) che ci riportano agli anni ‘60 e ci mostrano come il Carosello non fosse una prerogativa italica, ma avesse anzi dei degni compari oltre oceano, in Sudamerica. Ma erano altri tempi, e altra pubblicità. Marcelo Serpa in quegli anni doveva essere un ragazzino, visto che tuttora non è un vecchio. La campagna aveva già il celebre slogan che spiegava come le Havaianas non puzzano, non si deformano, e il loro infradito non esce quasi mai (mai, dicono loro) dall’apposito orifizio. Il logo era quello, già così moderno; tanto che a rivedere adesso quei caroselli si ha la sensazione di un footage d’epoca a cui sia stato appiccicato un marchio realizzato oggi da qualche grafico hipster. Ma poi arrivò la crisi, e si era nella metà degli anni ‘80 quando le Havaianas non se le filava nessuno. Seguì qualche anno di buio, prima della risurrezione colorata.

Un giovane creativo scalzo (questo lo aggiungiamo per romanzare) entrava agli inizi degli anni ’90 nella celebre Almap BBDO di Sao Paulo, e caso volle che fosse il più talentuoso degli Art Director brasiliani, fresco di studi e di anni tedeschi, la cui strada si stava per incrociare con il brand più storico dell’agenzia, le Hawaianas appunto. Qualcuno nella casa madre aveva intanto stabilito di uscire dalla rigida gabbia dei 5-colori-5 fino ad allora regnante nel campionario dei sandaletti, e Serpa e i suoi amici si ritrovarono improvvisamente sulla tavolozza i colori e le forme necessari per creare qualcosa di grande.

Il resto è su Bill 04.

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